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La geografia delle Cantine Florio

Nella definizione di un’identità le distanze percorse sono importanti tanto quanto le proprie radici.

Una realtà che ha un valore portante nella filosofia produttiva delle Cantine Florio, dove si costruiscono singolari geografie di affinamento dei Marsala grazie anche alla distanza che separa le nostre botti in rovere dal mare.

 

Il valore del mare per le Cantine Florio

Chiunque abbia visitato le storiche Cantine di Marsala ha conosciuto un luogo dalle architetture perfette. Varcando la soglia d’ingresso ci accoglie una vera e propria cattedrale del Marsala in cui si susseguono numerose arcate dalle imponenti altezze, che fanno da cielo a diversi volumi di rovere, una foresta di legni che popola le lunghe navate dalla caratteristica pavimentazione in tufo.

Ovunque, in questo luogo unico, si respira aria di mare che permea anche attraverso le pareti in tufo.

 

Il mare è sempre il punto focale per Florio. Tutto arriva e riparte dal mare, come sono arrivati i capostipiti della famiglia Florio da Bagnara Calabra, così arriva ciò che rende unici i Marsala che si alimentano di tempo nel silenzio ovattato del Baglio. Figli di mare e terra, i Marsala Florio raccontano storie che vengono da lontano, portate dai venti marini che soffiano prima tra le vigne e poi tra le botti.

92,5 metri è esattamente la distanza minima che l’aria, carica di salsedine, deve percorrere dalla punta del pontile fronte Cantine fino al Baglio, prima di insinuarsi tra le navate e fondersi con i loro spazi.

L’aria salmastra attraversa 4 principali ambienti, le cantine Donna Franca, Garibaldi, Florio, Ingham, e si dirige verticalmente verso l’apice di ogni cantina, che dista in modo diverso dalla costa e che pertanto ha una complicità differente con il mare.

 

In questi spazi, l’aria disegna nuove geografie creando zone climatiche differenti, diversi ambienti di affinamento che arricchiscono gli strumenti in dotazione all’Enologo.

 

La nuova geografia del Marsala

 

 

Quando parliamo di geografie climatiche diverse all’interno delle Cantine, ci riferiamo infatti ad un nuovo modo di interpretare, raccontare e pensare il Marsala, secondo un criterio che va oltre le categorizzazioni del disciplinare.

L’ambiente climatico di affinamento cambia in modo significativo se ci si allontana o ci si avvicina al mare. In prossimità del Mediterraneo, l’aria è più salmastra e la temperatura diminuisce, così come l’Angel’s share.

I Marsala che respirano questi ambienti si arricchiscono di gentilezza e sapidità. Più ci si sposta verso l’apice delle Cantine e più l’influenza della temperatura e della minore umidità modifica l’espressione palatale e olfattiva del Marsala, regalando profumi e sentori terziari più complessi.

 

Non bisogna essere degli esperti per capire quanto diverso sarà il risultato al calice di un Marsala che affina ad una ridotta distanza dal mare, rispetto a uno che rimane ad affinare in un ambiente più distante o ancora rispetto a un Marsala che ha affrontato un lungo viaggio all’interno delle Cantine, magari anche in legni diversi, in un continuo approssimarsi e allontanarsi dalla costa.

Ecco perché quello Florio è un racconto dalla portata rivoluzionaria, che aggiunge alle variabili di classificazione standard – tipologia di concia, anni di affinamento, tenore zuccherino e colore – l’influenza delle stagioni, della temperatura e dell’umidità, ovvero la posizione della botte rispetto al mare, sfruttata dall’Enologo per costruire creativamente le architetture organolettiche di ognuno dei Marsala Florio.

 

Un Marsala Vergine, con meno di due grammi di piacevolezza zuccherina, affinato in un piccolo fusto di rovere per 13 anni, come il Vergine Riserva 2010, a pochi metri dal mare all’interno delle Cantine Garibaldi, al palato risulterà vibrante, asciutto ed extra sapido; mentre un Marsala come il Dolce Superiore 2017, con più di cento grammi di piacevolezza zuccherina, che compie un viaggio tra legni di rovere dalle molteplici forme e dimensioni e tra le diverse cantine, che si allontana dal mare secondo un’evoluzione orchestrata ad arte dall’Enologo Tommaso, svilupperà un’organolettica terziaria più variegata che al calice regalerà caldi profumi di dattero e miele e un palato d’uva matura.

 

Dentro le Cantine Florio ogni botte ha le sue coordinate e queste influiscono sul processo creativo di affinamento. È la nuova geografia del Marsala, che Florio ha scelto di raccontare anche in etichetta.

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